Guida S.Maria C.V. e dintorni con la pizza migliore del mondo

Giuseppina
Guida S.Maria C.V. e dintorni con la pizza migliore del mondo

Visite turistiche

Santa Maria Capua Vetere (Capua in latino, Santa Maria 'e Capua in napoletano, anche abbreviata come Santa Maria C. V. o S. Maria C.V.) è un comune italiano di 32 808 abitanti della provincia di Caserta, in Campania. Sorge esattamente sulle rovine dell'antica Capua, come attestato dai numerosi monumenti dell'epoca romana – su tutti, l'anfiteatro campano, secondo per grandezza solo al Colosseo – nonché dall'etimologia dell'odierno toponimo. Dopo gli antichi fasti, la città mutò in un borgo contadino e divenne frazione dell'odierna Capua con il nome di Villa Santa Maria Maggiore (Villa Sanctae Mariae Maioris). L'Anfiteatro Campano o Anfiteatro Capuano è un anfiteatro di epoca romana sito nella città di Santa Maria Capua Vetere - coincidente con l'antica Capua - secondo per dimensioni soltanto al Colosseo, al quale funse verosimilmente da modello[2]. È stato, con ogni probabilità, il primo anfiteatro del mondo romano ad essere stato realizzato.[3]. Fu sede della prima e rinomatissima scuola di gladiatori. Ha un posto di grande importanza nella cultura classica e moderna, e nell'immaginario collettivo a livello mondiale, per essere stato il luogo da cui il gladiatore Spartaco guidò nel 73 a.C. la rivolta che per due anni tenne sotto scacco Roma negli anni immediatamente precedenti il primo triumvirato. Si trova all'interno della superficie comunale di Santa Maria Capua Vetere, di fronte Piazza I Ottobre. Parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per erigere il Castello delle Pietre della città di Capua ed alcuni dei suoi busti ornamentali, utilizzati in passato come chiavi di volta per le arcate del teatro, furono posti sulla facciata del Palazzo del comune di Capua. Dal dicembre del 2014 il museo, l'anfiteatro e il mitreo sono passati in gestione al Polo museale della Campania. Nel 2016 il circuito museale comprendente oltre all'anfiteatro anche antiquarium, Mitreo e Museo ha fatto registrare 41 429 visitatori Arco di Adriano Criptoportico, un edificio con pianta a tre bracci del I secolo a.C. Limitava a Nord la piazza del Foro di Capua e sosteneva una terrazza artificiale sulla quale sorgeva probabilmente un tempio. È situato nell'ex Convento di San Francesco, attuale sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. Domus di Via Degli Orti, scavata parzialmente tra il 1970 e il 1973, era una delle dimore della classe dirigente locale. Presenta sui due lati di un giardino rettangolare una sala da banchetto estiva pavimentata con lastre di marmo di fronte alla quale si trova una fontana monumentale. Sui lati corti la terma privata e uno dei lati del porticato. Essa risale al I secolo d.C. Fornace Etrusca, si tratta dei resti di una fornace per la produzione di materiale architettonico relativo alla copertura dei tetti. Essa risale al VI secolo a.C. Officina dei Bronzi, scoperta nel 1992, installata sotto ambienti adibiti a deposito di botteghe, fu realizzata nel I secolo d.C. per realizzare piccoli oggetti di bronzo. Il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere è uno dei più importanti mitrei al mondo. Esso si trova nei pressi dell'Anfiteatro campano e del Museo archeologico dell'antica Capua. Dal dicembre del 2014 il museo, l'anfiteatro e il mitreo sono passati in gestione al Polo museale della Campania. Il mitreo venne casualmente rinvenuto nel 1922, durante lo scavo per la costruzione di un edificio. Capua, sede del famoso Anfiteatro Campano, vide il dilagarsi del culto mitraico durante la dominazione romana forse portato proprio dai gladiatori orientali solitamente legati a questo culto. La costruzione del mitreo si pensa risalga al II secolo d.C.
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Santa Maria Capua Vetere
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Santa Maria Capua Vetere (Capua in latino, Santa Maria 'e Capua in napoletano, anche abbreviata come Santa Maria C. V. o S. Maria C.V.) è un comune italiano di 32 808 abitanti della provincia di Caserta, in Campania. Sorge esattamente sulle rovine dell'antica Capua, come attestato dai numerosi monumenti dell'epoca romana – su tutti, l'anfiteatro campano, secondo per grandezza solo al Colosseo – nonché dall'etimologia dell'odierno toponimo. Dopo gli antichi fasti, la città mutò in un borgo contadino e divenne frazione dell'odierna Capua con il nome di Villa Santa Maria Maggiore (Villa Sanctae Mariae Maioris). L'Anfiteatro Campano o Anfiteatro Capuano è un anfiteatro di epoca romana sito nella città di Santa Maria Capua Vetere - coincidente con l'antica Capua - secondo per dimensioni soltanto al Colosseo, al quale funse verosimilmente da modello[2]. È stato, con ogni probabilità, il primo anfiteatro del mondo romano ad essere stato realizzato.[3]. Fu sede della prima e rinomatissima scuola di gladiatori. Ha un posto di grande importanza nella cultura classica e moderna, e nell'immaginario collettivo a livello mondiale, per essere stato il luogo da cui il gladiatore Spartaco guidò nel 73 a.C. la rivolta che per due anni tenne sotto scacco Roma negli anni immediatamente precedenti il primo triumvirato. Si trova all'interno della superficie comunale di Santa Maria Capua Vetere, di fronte Piazza I Ottobre. Parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per erigere il Castello delle Pietre della città di Capua ed alcuni dei suoi busti ornamentali, utilizzati in passato come chiavi di volta per le arcate del teatro, furono posti sulla facciata del Palazzo del comune di Capua. Dal dicembre del 2014 il museo, l'anfiteatro e il mitreo sono passati in gestione al Polo museale della Campania. Nel 2016 il circuito museale comprendente oltre all'anfiteatro anche antiquarium, Mitreo e Museo ha fatto registrare 41 429 visitatori Arco di Adriano Criptoportico, un edificio con pianta a tre bracci del I secolo a.C. Limitava a Nord la piazza del Foro di Capua e sosteneva una terrazza artificiale sulla quale sorgeva probabilmente un tempio. È situato nell'ex Convento di San Francesco, attuale sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. Domus di Via Degli Orti, scavata parzialmente tra il 1970 e il 1973, era una delle dimore della classe dirigente locale. Presenta sui due lati di un giardino rettangolare una sala da banchetto estiva pavimentata con lastre di marmo di fronte alla quale si trova una fontana monumentale. Sui lati corti la terma privata e uno dei lati del porticato. Essa risale al I secolo d.C. Fornace Etrusca, si tratta dei resti di una fornace per la produzione di materiale architettonico relativo alla copertura dei tetti. Essa risale al VI secolo a.C. Officina dei Bronzi, scoperta nel 1992, installata sotto ambienti adibiti a deposito di botteghe, fu realizzata nel I secolo d.C. per realizzare piccoli oggetti di bronzo. Il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere è uno dei più importanti mitrei al mondo. Esso si trova nei pressi dell'Anfiteatro campano e del Museo archeologico dell'antica Capua. Dal dicembre del 2014 il museo, l'anfiteatro e il mitreo sono passati in gestione al Polo museale della Campania. Il mitreo venne casualmente rinvenuto nel 1922, durante lo scavo per la costruzione di un edificio. Capua, sede del famoso Anfiteatro Campano, vide il dilagarsi del culto mitraico durante la dominazione romana forse portato proprio dai gladiatori orientali solitamente legati a questo culto. La costruzione del mitreo si pensa risalga al II secolo d.C.
La reggia di Caserta è un palazzo reale, con annesso un parco, ubicato a Caserta. È la residenza reale più grande al mondo per volume e i proprietari storici sono stati i Borbone di Napoli, oltre a un breve periodo in cui fu abitata dai Murat. Nel 1997 è stata dichiarata dall'UNESCO, insieme con l'acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leucio, patrimonio dell'umanità La reggia, definita l'ultima grande realizzazione del Barocco italiano[8], fu terminata nel 1845 (sebbene fosse già abitata nel 1780), risultando un grandioso complesso di 1 200 stanze e 1 742 finestre, per una spesa complessiva di 8 711 000 ducati. Nel lato meridionale, il palazzo è lungo 249 metri, alto 37,83, decorato con dodici colonne. La facciata principale presenta un avancorpo centrale sormontato da un frontone; ai lati del prospetto, dove il corpo di fabbrica longitudinale si interseca con quello trasversale, si innestano altri due avancorpi. Secondo il progetto vanvitelliano quattro statue colossali, mai realizzate, avrebbero dovuto ornare l'ingresso principale, rappresentanti quattro Principesche Virtù, disposte in quest'ordineː Magnificenza, Giustizia, Clemenza, Pace[9]. La facciata sul giardino è uguale alla precedente, ma presenta finestre inquadrate da lesene scanalate. Il palazzo ricopre un'area di circa 47.000 m²;[10] dispone di 1 026 fumaroli e 34 scale[11]. Oltre alla costruzione perimetrale rettangolare, il palazzo ha, all'interno del rettangolo, due corpi di fabbricato che s'intersecano a croce e formano quattro vasti cortili interni di oltre 3.800 m² ciascuno.
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Caserta
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La reggia di Caserta è un palazzo reale, con annesso un parco, ubicato a Caserta. È la residenza reale più grande al mondo per volume e i proprietari storici sono stati i Borbone di Napoli, oltre a un breve periodo in cui fu abitata dai Murat. Nel 1997 è stata dichiarata dall'UNESCO, insieme con l'acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leucio, patrimonio dell'umanità La reggia, definita l'ultima grande realizzazione del Barocco italiano[8], fu terminata nel 1845 (sebbene fosse già abitata nel 1780), risultando un grandioso complesso di 1 200 stanze e 1 742 finestre, per una spesa complessiva di 8 711 000 ducati. Nel lato meridionale, il palazzo è lungo 249 metri, alto 37,83, decorato con dodici colonne. La facciata principale presenta un avancorpo centrale sormontato da un frontone; ai lati del prospetto, dove il corpo di fabbrica longitudinale si interseca con quello trasversale, si innestano altri due avancorpi. Secondo il progetto vanvitelliano quattro statue colossali, mai realizzate, avrebbero dovuto ornare l'ingresso principale, rappresentanti quattro Principesche Virtù, disposte in quest'ordineː Magnificenza, Giustizia, Clemenza, Pace[9]. La facciata sul giardino è uguale alla precedente, ma presenta finestre inquadrate da lesene scanalate. Il palazzo ricopre un'area di circa 47.000 m²;[10] dispone di 1 026 fumaroli e 34 scale[11]. Oltre alla costruzione perimetrale rettangolare, il palazzo ha, all'interno del rettangolo, due corpi di fabbricato che s'intersecano a croce e formano quattro vasti cortili interni di oltre 3.800 m² ciascuno.
L'abbazia di Sant'Angelo in Formis si trova in via Luigi Baia 120 a Sant'Angelo in Formis, frazione di Capua. La chiesa abbaziale ha la dignità di basilica minore La prima costruzione della basilica si può far risalire all'epoca longobarda, sulla base dell'ampia diffusione del culto dell'arcangelo Michele presso i Longobardi alla fine del VI secolo. Al tempo del vescovo di Capua Pietro I (925-938), la chiesa fu donata ai monaci di Montecassino, che volevano costruirvi un monastero. La chiesa fu poi tolta ai monaci e ridonata loro nel 1072 dal principe di Capua, Riccardo. L'allora abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III) decise di ricostruire la basilica (1072 - 1087) e ne rispettò ancora gli elementi architettonici di origine pagana. A lui si devono gli affreschi di scuola bizantino-campana che decorano l'interno e che costituiscono uno tra i più importanti e meglio conservati cicli pittorici dell'epoca nel sud Italia. Al XII secolo sono stati attribuiti il rifacimento del portico antistante la chiesa, con nuovi affreschi, e una ricostruzione del campanile in seguito ad un crollo .
Sant’Angelo in Formis
L'abbazia di Sant'Angelo in Formis si trova in via Luigi Baia 120 a Sant'Angelo in Formis, frazione di Capua. La chiesa abbaziale ha la dignità di basilica minore La prima costruzione della basilica si può far risalire all'epoca longobarda, sulla base dell'ampia diffusione del culto dell'arcangelo Michele presso i Longobardi alla fine del VI secolo. Al tempo del vescovo di Capua Pietro I (925-938), la chiesa fu donata ai monaci di Montecassino, che volevano costruirvi un monastero. La chiesa fu poi tolta ai monaci e ridonata loro nel 1072 dal principe di Capua, Riccardo. L'allora abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III) decise di ricostruire la basilica (1072 - 1087) e ne rispettò ancora gli elementi architettonici di origine pagana. A lui si devono gli affreschi di scuola bizantino-campana che decorano l'interno e che costituiscono uno tra i più importanti e meglio conservati cicli pittorici dell'epoca nel sud Italia. Al XII secolo sono stati attribuiti il rifacimento del portico antistante la chiesa, con nuovi affreschi, e una ricostruzione del campanile in seguito ad un crollo .
Benvenuti a Napoli, città non convenzionale, alternativa e artistica che sa sorprendere qualsiasi turista con la sua identità fortissima ed immutata nel tempo. Un viaggio a Napoli è un'esperienza ad ogni angolo, una sorpresa ad ogni sguardo e vi lascerà la voglia di tornarci ancora. Economica e completamente diversa da qualsiasi altra città italiana, Napoli detiene il record di centro storico patrimonio UNESCO più grande d'Europa, innumerevoli monumenti di diverse epoche, strade e vicoli pieni di storia e tradizioni, panorami mozzafiato, una movimentata vita notturna, un'ottima cucina senza eguali nel mondo, ed uno stile di vita teatrale, unico ed originale. Le zone di Napoli sono meravigliose per la loro diversità. C’è tanto da vedere in ognuna di esse: scopri il centro storico più grande d’Europa, il folkloristico Rione Sanità, il borghese Vomero, l’elegante Chiaia, Capodimonte, la panoramica Posillipo, i misteriosi Campi Flegrei. Napoli deve le sue origini alla sirena Partenope. Non a caso il suo carattere ha la bizzarria dell’ibrido: bene e male, gioia e tristezza, bellezza e degrado. Anime contrastanti che si scontrano e convivono l’una di fianco all’altro, come si comprende non appena si mette piede in città. Le splendide memorie storiche del Museo di Capodimonte e del Palazzo Reale insieme ai peggiori segni della modernità, traffico e caos. La devozione religiosa per San Gennaro che convive con l’anima pagana della città, conservata e tramandata nella Napoli Sotterranea e nella Cappella San Severo, tra le “capuzzelle” dei morti e e l’alchimia del Cristo Velato. E poi scorci di un panorama senza eguali, regole di vita che valgono soltanto qui e in nessun altro posto della terra. C’è tanto da vedere, e non è facile scegliere. Napoli è un vero teatro della vita, a cielo aperto, gratis ed accessibile a tutti. Ma non aspettatevi solo scenette divertenti e sfondi da cartolina. Per scoprire la città può bastare semplicemente andarsene in giro, ma se non volete perdervi il meglio, iniziate dai principali luoghi di interesse
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나폴리
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Benvenuti a Napoli, città non convenzionale, alternativa e artistica che sa sorprendere qualsiasi turista con la sua identità fortissima ed immutata nel tempo. Un viaggio a Napoli è un'esperienza ad ogni angolo, una sorpresa ad ogni sguardo e vi lascerà la voglia di tornarci ancora. Economica e completamente diversa da qualsiasi altra città italiana, Napoli detiene il record di centro storico patrimonio UNESCO più grande d'Europa, innumerevoli monumenti di diverse epoche, strade e vicoli pieni di storia e tradizioni, panorami mozzafiato, una movimentata vita notturna, un'ottima cucina senza eguali nel mondo, ed uno stile di vita teatrale, unico ed originale. Le zone di Napoli sono meravigliose per la loro diversità. C’è tanto da vedere in ognuna di esse: scopri il centro storico più grande d’Europa, il folkloristico Rione Sanità, il borghese Vomero, l’elegante Chiaia, Capodimonte, la panoramica Posillipo, i misteriosi Campi Flegrei. Napoli deve le sue origini alla sirena Partenope. Non a caso il suo carattere ha la bizzarria dell’ibrido: bene e male, gioia e tristezza, bellezza e degrado. Anime contrastanti che si scontrano e convivono l’una di fianco all’altro, come si comprende non appena si mette piede in città. Le splendide memorie storiche del Museo di Capodimonte e del Palazzo Reale insieme ai peggiori segni della modernità, traffico e caos. La devozione religiosa per San Gennaro che convive con l’anima pagana della città, conservata e tramandata nella Napoli Sotterranea e nella Cappella San Severo, tra le “capuzzelle” dei morti e e l’alchimia del Cristo Velato. E poi scorci di un panorama senza eguali, regole di vita che valgono soltanto qui e in nessun altro posto della terra. C’è tanto da vedere, e non è facile scegliere. Napoli è un vero teatro della vita, a cielo aperto, gratis ed accessibile a tutti. Ma non aspettatevi solo scenette divertenti e sfondi da cartolina. Per scoprire la città può bastare semplicemente andarsene in giro, ma se non volete perdervi il meglio, iniziate dai principali luoghi di interesse

Offerta gastronomica

La migliore pizza al mondo è di Pepe in Grani di Caiazzo (Caserta) Una giuria di esperti internazionali, coordinata dal critico newyorchese Daniel Young, ha incoronato il locale di Franco Pepe nell'Alto Casertano. Il segreto del successo? Ingredienti di qualità e a chilometro zero e l'unione di tradizione e innovazione. Con un po' di sorpresa per i maestri napoletani, è a Caiazzo, in provincia di Caserta, la migliore pizzeria del mondo. A stabilirlo è stata una giuria composta da esperti internazionali, provenienti da 48 paesi in giro per il mondo, che ha incoronato il locale di Franco Pepe re indiscusso di uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria italiana. Il segreto del suo successo: ingredienti sempre freschi e garantiti da una filiera a chilometro zero, che esalta le eccellenze locali. Basti pensare che è riuscito a riportare in auge un tipo di grano tenero, utilizzato per realizzare gli impasti, che non veniva più coltivato in questi terreni da almeno cinquanta anni. Dalla Campania, dunque, in cima al mondo, sbaragliando migliaia di concorrenti da vari continenti, censiti all'interno del volume "Where to eat Pizza" del critico americano Daniel Young. "Sono felice che la mia terra spesso criticata, abbia ottenuto il giusto riscatto che meritava – ha scritto Franco Pepe, nato da tre generazioni di maestri panificatori, sulla pagina ufficiale su Facebook della sua ormai famosa pizzeria -. Caiazzo e l'Alto Casertano hanno da sempre mantenuto vive le antiche tradizioni, si sono sempre prese cura dei propri terreni, e con dedizione e passione prodotto materie prime d'eccellenza". Uno sguardo al passato, dunque, ma anche al futuro, facendo dell'innovazione l'anima del proprio essere e del proprio operare. L'ambiente infatti è nuovo e a tratti tecnologico, ma non stona con il palazzetto settecentesco nel centro storico di Caiazzo che ospita la sua pizzeria e il suo laboratorio di ricerca.
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Caiazzo
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Pizza strepitosa a poca distanza dalla Casa di Pedro!
Pizza E Fritti "Salvo" dal 1932
125 Viale Europa
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